Epistola alli cittadini di Riva e Trento

 

2019

di Giorgio Siculo

pag. 312

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L’Epistola alli Cittadini di Riva di Trento di Georgio Siculo, monaco benedettino proveniente dalla Sicilia e dimorante per qualche tempo nella città di Riva del Garda come predicatore, forma l’oggetto della presente pubblicazione.

Tale Epistola, creduta scomparsa a causa della distruzione sistematica di tutte le opere di Georgio Siculo dopo la condanna da parte della Controriforma, ma ritrovata da Delio Cantimori all’Archiginnasio di Bologna tra i libri delle antiche biblioteche cittadine degli ordini religiosi, era stata stampata a Bologna nel periodo coevo del Concilio.

La sua preziosità al fine della presente collana deriva dal fatto che tale Epistola era stata inviata con la copertina rossa e donata dal Siculo alla comunità di Riva e al capitano e pretore presso la Rocca di Riva nel mese di luglio 1550, all’indomani della precipitosa fuga del Siculo dal Trentino per rifugiarsi in Emilia, tra Ferrara e Bologna, dove l’Epistola verrà data alle stampe da Giaccarello.

Infatti subito dopo la fuga una copia dello scritto lo stesso Georgio Siculo fa consegnare al consiglio della comunità di Riva, scusandosi dell’affrettata partenza da Riva.

Nell’opera, l’unica dell’eretico rimasta, il Siculo prende posizione contro il luterano Francesco Spiera, che “ha temerariamente ed mendacemente incolpato la gratia et divina bontà della impeninentia et dannatione delli increduli et ostinati peccatori” attaccando la tesi della misericordia divina che accoglie qualunque peccatore voglia tornare alla vera fede.

In questa sede pubblichiamo l’anastatica dall’originale dell’Archiginnasio, anno 1550, nel 500° anniversario della nascita dell’eretico Giorgio Siculo, presumibilmente un periodo tra il 1517 e il 1518.