Giacomo Emilio Benuzzi

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Giacomo Emilio Benuzzi

Dro (Trento), 8 luglio 1848
Dro, 1933

Ingegnere

Figlio di Giambattista e di Giovanna Caproni (prima cugina di Giuseppe Caproni, padre di Gianni, l’inventore di aerei), la famiglia è nel commercio della seta. Giacomo si sposta prima a Venezia e poi a Padova per studiare matematica.
Nel 1866 Giacomo torna a Dro dove prenderà parte alle operazioni militari di parte austriaca durante gli ultimi giorni della Campagna di liberazione del Tirolo condotta dai volontari di Garibaldi. Benuzzi, in un diario di Memorie scritto nel 1930, racconterà di aver visto nel 1866 mille prigionieri garibaldini che scesi dal Passo Giumella passavano per Dro e degli spari delle cannoniere austriache che dal lago bombardavano Gargnano e la strada del Ponale. Si tratta dei prigiobnieri della Battaglia di Bezzecca del 21 luglio.
Nelle sue Memorie Benuzzi racconta: «Una notte arrivava un battaglione del reggimento Reinar, pioveva, il cannone tuonava, il comandante non volle alloggiare i soldati in paese per timore di una sorpresa, e li fece bivaccare nel cimitero e nelle campagne vicino ; i soldati tagliavano gli olivi ed altri alberi per formare qualche difesa».
In quel tempo il padre di Giacomo era Capo Comune e delegato speciale per i fabbisogni militari e Giacomo era impegnato in attività militari. Nel luglio del 1866 gli austriaci in ritirata fecero minare e saltare i ponti del Sarca, tra cui quello di Ceniga e di Dro.  
A Giacomo Benuzzi, fu dato l’ordine dal Comando austriaco di preparare le mine da far brillare per la distruzione dei ponti. Lo incaricarono, vista la preparazione da ingegnere, di disegnare i ponti da far saltare. Gli austriaci preparavano simultaneamente anche progetti per la ricostruzione. Benuzzi, su ordine del Genio austriaco preparò e sistemò le cariche e in tre giorni il ponte di Dro e di Ceniga furono distrutti. Una lapide, ancora oggi presente, ricorda la ricostruzione del ponte di Ceniga del 1868. Benuzzi racconta:« Il lavoro fu fatto in pochi giorni cogli operai del paese. Ho dormito tre notti sulle fascine nella casa presso il ponte.  Gli operai mi chiamavano “il temporale” perché, anche allora, ero alquanto veemente ed intransigente».
Il ponte di Dro fu poi ricostruito in muratura nel 1869, così anche il ponte di legno al Maso del Gobbo. Il Benuzzi fu incaricato dalla Concorrenza stradale della sorveglianza dei lavori per la ricostruzione.
Nell’autunno del 1866 Benuzzi riavuto il passaporto per l’Italia potè riprendere gli studi a Padova. In quella città, circa 60 trentini fondarono una Società degli studi trentini.
Benuzzi racconta della visita a Padova la visita di re V. Emanuele II e quella di Garibaldi che “vestiva con il suo teatrale costume”.
Nel 1869 si laurea in ingegneria civile a Padova. A marzo torna a Dro (territorio austro-ungarico)  e deve prestarsi all’estrazione a sorte in uso allora. Fu assegnato al Battaglione dei Bersaglieri Provinciali, prestò servizio a Riva per sei settimane con il grado di caporale e in seguito fu promosso. Poi si esonera fino al 1876 dove svolge manovre in Val di Non alla presenza di Francesco Giuseppe.
Tra le tante strade ed edifici progettati da Giacomo Emilio  Benuzzi ricordiamo la Casa di Cura Eremo di Arco e l’ Impianto idroelettrico a Prabi (1892). Oltre alla centrale di Torbole e centralina del Modris dell’Officina elettrica di Cavedine (1900). Nel 1901 presenta il progetto a Vienna per l’impianto a Dro ma il prelievo dal Sarca non fu approvato per eccessivo prelievo d’acqua stimato.  Benuzzi si trasferisce a Trento. Lavora anche per una concessione per le linee ferroviarie da Trento a Mezzolombardo. Nel 1893 si trasferisce a Vienna con la famiglia. Viaggia in Boemia , Moravia e Slesia. Progetta il torrente di Vienna “Wienfluss”.
Nel 1910 regalò al comune di Dro il progetto per la costruzione dell’asilo infantile ma la costruzione fu lenta e difficoltosa (solo nel 1947 l’edificio tornò all’utilizzo di asilo grazie all’azione cattolica di Trento).
Durante la 1GM fu imprigionato e liberato dopo 321 giorni . Tornò a Trieste  e ottantenne si rimise al lavoro per la Società mineraria di Siena. Morirà a Dro nel 1933.
Il Bollettino dei Sindacati Fascisti lo descrive così: “ la sesantenne sua laboriosa e travagliata carriera”.

ZANIN Umberto (a cura di), Giacomo Emilio Benuzzi, ingegnere nell’impero austro-ungarico, Il Sommolago, Arco (Tn), 2007.

 

Ponte di Ceniga (Dro-Ceniga, Trento), anche detto Ponte Romano, demolito per ordine del generale Kuhn nel 1866 e ricostruito nel 1868

Lapide sul ponte di Ceniga, l'epigrafe riporta: "Per strategia d' esercito nel 1866 - ottenuta l'indennizzazione ricostruita la villa di Ceniga nell'anno 1868".