Clemente Pellegrini

ID 37802

Dolo (Venezia), 3 settembre 1941
Venezia, 13 gennaio 1913

Avvocato, deputato e senatore del Regno d'Italia, patriota

Terzo figlio del farmacista Giovanni Battista e di Domenica Rosa originari del bellunese; Clemente, nutrito dei sentimenti patriottici e un po’ anticlericali che aveva respirato in famiglia, li sviluppò al ginnasio-liceo, sotto l’influsso del professore di retorica, l’abate Rinaldo Fulin. Con la decisione di farsi garibaldino, Clemente abbandonò libri e quaderni, per abbracciare il fucile con la baionetta e partire verso un’avventura umana piena di incognite e di rischi, consapevole che non avrebbe più potuto mettere piede in terra veneta, sino a quando non vi fossero stati espulsi gli Austriaci. Conclusa l’esperienza in Sicilia, Clemente si arruolò nell’esercito regolare del Regno di Sardegna e vi prestò servizio per diciotto mesi. Poi riprese gli studi universitari, a Siena, alla facoltà di giurisprudenza, e si laureò. Partecipò e vinse un concorso a Pisa, ottenendo di andare a Berlino, a perfezionarsi in scienze giuridiche, a spese del Governo piemontese. Vi rimase fino al 1866, quando allo scoppio della Terza Guerra d’Indipendenza, seguì come volontario Garibaldi. Il 4 luglio a Vezza d'Oglio, in Val Camonica, Clemente venne colpito a una gamba da una pallottola, restandone gravemente ferito rimanendo sul campo per due giorni, e fu salvato fortunosamente da certo Genala, suo commilitone (più tardi sarebbe stato eletto deputato). Da quella tremenda esperienza gli rimane un leggero zoppicare. Dopo sette anni di esilio, Clemente poteva rivedere i propri cari e il proprio paese, ove giungeva convalescente, servendosi delle stampelle. Aperto uno studio legale a Venezia, a San Marco, vi trasferì anche la residenza e coltivò l’impegno sociale e culturale. Di idee liberali e progressiste, venne eletto alla presidenza dell’Associazione Progressista veneziana, poi consigliere provinciale. Nel 1873 si sposò, sempre a Venezia, con Lucia Perissinotti, figlia di Giovanna, sorella minore della moglie di Daniele Manin. Fu deputato per sei legislature e poi senatore del regno.

 

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